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Il percorso di rinascita

Il percorso di rinascita

Una mia paziente si racconta…

Percorso psicoterapeutico.
Detto così può spaventare lo so. Come lo so? Semplice, l'ho fatto. 
Ci vuole una grande forza per chiedere aiuto e ho grande fiducia nel genere umano che generazione dopo generazione possa crescere e cambiare idea. 
Si ha il preconcetto che lo psicologico sia il dottore dei matti. Non è vero.
Questa è ignoranza.
Non ti prescrive farmaci perché non ha la competenza per farlo dato che non è laureato in medicina.

Ti ascolta e ti offre la sua competenza di persona esterna a te e con gli strumenti adatti per "le istituzioni per l'uso" che si sono momentaneamente lasciate nel cassetto del cambio armadi.
Ora mi spiego meglio.
Capita a chiunque di noi di avere momenti dove non ce la si fa più, dove si sente che non si sta bene nonostante si faccia del proprio meglio per fare tutto.
La figura dello psicologo/a non da la  formula magica per risolvere i problemi, ma ti accompagna per mano per farti capire che esisti. Che se ti vuoi bene veramente tutto cambia.

Si ha un'altra idea sbagliata: parlo con la mia amica / amico / familiare, perché quello lì...a me non serve.
Il familiare / l'amico ti conoscono è vero ma spesse volte quello che senti veramente (quindi quello che stai per dire) viene camuffato da "tanto non capirebbe"
Oppure "cambio il tono della frase così non si arrabbia".
Mentre il terapista non ha nessuno interesse a giudicarti o importi la sua idea ma SOPRATTUTTO NON È AFFEZIONATO A TE.

A molti può non sembrare ma fa un enorme differenza.

Ora vi racconto il mio percorso.

Il mio rapporto con la psicologa Martina parte nei primi giorni di febbraio del 2012 e nei prossimi mesi ci saluteremo. Quindi se la matematica non è un'opinione sono stati sei anni. 

Parte tutto da una situazione di obesità grave e quindi un rapporto con il cibo e di conseguenza con il corpo mal funzionante e il più delle volte assente. 

Chi è obeso non lo dirà mai apertamente, si ha un gran timore dei termini specifici e quindi si usano sinonimi: sono tonda, sono in carne;
i familiari più acuti ti diranno che sei grassa e devi fare la dieta. 

Dico questo perché, anch'io, come chi sta leggendo queste righe, avrà sicuramente visto dei documentari in tv su grandi obesi e nessuno dice mai: si sono obeso. Oppure: io sto bene con me stessa. 

Sono grandi falsità perché chi lo è veramente si sente così:

  • Arrabbiata;
  • Delusa;
  • Cattiva;
  • Si disprezza;
  • Sguardo basso; fa fatica a guardare gli altri negli occhi;
  • Evita gli specchi;
  • Evita le foto di gruppo / selfie;
  • Si sente brutta;
  • Si odia profondamente
  • Si sente giudicata in continuazione dagli altri; 

Ecco queste sono alcune delle sensazioni che ho avuto per tutta la mia vita la maggior parte del tempo.
Decisi così, che ora di dare un taglio a tutto questo.

Tutte queste sensazioni sono rivolte a noi stessi ed è per questo che vediamo negli occhi di chi ci guarda un giudizio negativo/ una critica/ uno sguardo di disgusto. 

Come ho detto poche righe fa, il terapeuta, non possiede la bacchetta magica ma gli strumenti per farti capire che tutto questo può cambiare. 

Chi è sovrappeso/obeso/obeso grave si riconoscerà in queste parole che spesso si sentono dire. "Eh ma quello lì non dimagrisce perché non si impegna a fare una dieta seria e rigorosa" 
Ebbene, notizia delle notizie, chi è grasso non è che non ha forza. Ne ha troppa. Deve solo capire come usarla.

Io ho iniziato una dieta con un dietologo che mi ha insegnato cosa vuole dire mangiare correttamente; cosa vuole dire abbinare i cibi e imparare le relative dosi. 
Abbiamo la fortuna di vivere nel Paese della dieta mediterranea: mangiare un po di tutto.
Il lavoro  è stato duro, faticoso e lungo e vorrei sfatare altri preconcetti inerenti la dieta.

  1. dieta significa stile di vita non privazioni a vita di determinati cibi (escluse intolleranze o allergie) 
  2. i primi kg persi sono acqua e poi hai lo stimolo per continuare. Ma dove???!?!!
    I primi kg sono un insieme di acqua, grasso e tossine; e vi posso garantire che non è facile continuare dopo la perdita iniziale poiché è proprio in quei mesi che inizi a stufarti, a non farcela, a voler mollare, passa il primo momento di entusiasmo e iniziano a ritornare i meccanismi che ti hanno portata a quel peso.

Quindi il problema più grande è cambiare le abitudini, la tua quotidianità si trasforma e ti accorgi che esisti, che ti vuoi bene, che vali tantissimo. 

Bene. Può sembrare che tutto proceda per il meglio. Si procede ma il lavoro dello psicoterapeuta è ancora più importante: ti aiuta a scardinare tutti quei processi di autosabotatura che mettevi in atto poiché il ragionamento era il seguente: tanto non cambierà nulla. Anche se mi impegno non succede nulla. Devo puntare al lato della simpatia altrimenti nessuno mi noterà. 

E invece leggete qui:
Se continuerai a fare quello che hai sempre fatto, continuerai ad ottenere quello che hai sempre avuto.

Il grasso in eccesso è uno strato protettivo verso il mondo, una barriera che non fa avvicinare nessuno.

Bisogna rompere la catena, la forza per farcela ce l'abbiamo tutti quindi basta solo usarla.

Le aspettative degli altri nei nostri confronti.

Ecco una delle cose di cui si parla molto poco secondo me è questa
Dopo lo sprint iniziale è continuare uno stile alimentare corretto nella vita di tutti i giorni. 
Bisogna fregarsene di ciò che pensa la tua famiglia, i tuoi amici, i tuoi colleghi; ci vuole del SANO EGOISMO PER LA PROPRIA SALUTE. 
è dura, difficile, io ho sputato sangue, sudore, mi sentivo umiliata perché avevo una paura folle di rimanere da sola ma avevo una certezza: la voglia di farcela e una terapista accanto che mi gli strumenti adatti. 

Ora vi porto un esempio pratico tra l'amico e il terapeuta. 

Dopo i primi kg l'amico ti incontra e ti dice: brava brava continua così. E tu stai certa che quella sera sgarrerai e ti sentirai uno schifo.

Mentre il terapeuta sa che è un momento delicato perché se perdi solo mezzo kg o un kg (mentre te ne eri preventivata almeno tre) potresti avere voglia di mollare o di adagiarti al risultato parziale ottenuto.

Ecco quindi che ti fa ragionare su dove vuoi arrivare e crea con te dei micro obiettivi e non ti giudica ma piuttosto capisce la tua frustrazione, cerca di trovare un modo insieme per capire cosa è meglio fare: chiedere una modifica della dieta, diversificare l'attività fisica, se ci sono momenti che creano ansia come li affrontavi e come li affronti ora che sta cambiando la tua prospettiva. Capisci che il cibo non è la soluzione e trovi diversi modi.
Uno dei primi in assoluto è esprimere ciò che senti, esprimere la tua opinione in famiglia, esporre la tua idea rispetto ad un cambiamento sul lavoro. 
Intendiamoci: per tutti questi cambiamenti ci vogliono mesi e mesi non ti svegli la mattina successiva al colloquio con la soluzione in tasca (come si vede nei film ;) ) 

Dopo ogni colloquio, pensi, rifletti, e piano piano scopri nuove cose di te: inizi ad apprezzarti, a sentirti più bella e quindi curarti di più con vestiti nuovi, nuovi tagli di capelli, prove di trucco, indumenti che non pensavi avresti mai messo. 
Iniziare ad alzare letteralmente lo sguardo e notare palazzi, strade che erano sempre state e le attraversi fiera di esplorare nuove zone della tua città perché ti senti più sicura, più aperta, più sorridente; inizi a guardarti allo specchio e non fuggi via da esso, scopri come cambiano le tue amicizie storiche, alcune si chiudono.
Impari ad apprezzare le vacanze da sola dove ti senti più libera di chiacchierare e più sicura di stringere nuove amicizie. 
Inizi a vedere i cambiamenti del tuo corpo e li apprezzi.
E di conseguenza provi una maglia un po più attillata, una collana sepolta nel cassetto perché "con il collo che mi ritrovo mi starebbe da schifo addosso" ora la puoi mettere!!!
Ti senti libera e bella. 

S.M.

Dott.ssa Martina Gambacorta
Psicologa Psicoterapeuta a Verona (VR)


Dott.ssa Martina Gambacorta

Psicologa Psicoterapeuta a Verona (VR)

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Iscritto all'Ordine degli Psicologi Veneto col n. 6291 del 22/01/2008

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