Sembrerà paradossale ma il sintomo, ciò che spesso è vissuto come problema (ansia, panico, difficoltà alimentari..) è l’unico adattamento possibile per la persona in un determinato momento. Spesso toglierlo diventa disfunzionale.
È importante vedere il disturbo come un conflitto che ha senso per quella persona in quanto il sintomo talvolta non fa che manifestare un disagio esistenziale. Vedere cosa c’è oltre il sintomo, quali emozioni si nascondono dietro di esso, come per esempio paura, dolore, senso di colpa, pianificando un progetto di trattamento che non si fermi al solo sintomo e alla sua eliminazione. Esso è solo il punto di partenza per conoscere il vissuto della persona, il suo sentire.
Può capitare di rendersi conto di ripetere, in diversi contesti, comportamenti che non riuscite a modificare. Il fidanzato sbagliato, il lavoro inadeguato, incappate sempre negli stessi comportamenti che inclinano le relazioni interpersonali…Nelle relazioni, nel lavoro, potreste avere emozioni spiacevoli che non riuscite a gestire. Come genitori potreste essere in difficoltà nella gestione del rapporto con i vostri figli…
Molti stati d’animo inoltre, paralizzano, impedendo di vivere una quotidianità soddisfacente, basti pensare all’ansia, paura o tristezza cronica connessa ad apatia.
In tutti quei momenti in cui vi sentite spaesati, senza via d’uscita oppure confusi, uno psicologo può aiutarvi bilanciando il percorso ad hoc.
Psicologa Psicoterapeuta a Verona (VR)
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